Ho guardato mio marito qualche sera fa ed ho affermato: “a volte vorrei vivere in un’epoca fordista” (I miei docenti di sociologia dell’università mi fulmineranno!).
Mi ha risposto perplesso: “e tutta la storia del pensiero creativo?”
Sono stata zitta ma avrei voluto dirgli: “Tutta sta storia sul pensiero creativo ha fatto un po’ male all’umanità, secondo me”.
Sappiamo tutti che il pensiero creativo non è un dono ma una facoltà dell’intelletto umano, presente allo stato primordiale in ciascuno di noi; facoltà che deve essere educata ed avere condizioni favorevoli per potersi esprimere.
Lungi da me dal voler demolire e criticare secoli di teorie sociologiche, pedagogiche e psicologiche sul pensiero creativo, mi preme riflettere sul fatto che la nostra società vuole che gli individui sviluppino solo ed esclusivamente alcune capacità creative: flessibilità; saper rispondere celermente, o meglio, immediate ai cambiamenti; idee geniali, spaziali e innovative; soluzioni sempre e solo ORIGINALI.
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Dirò di più, questa sopravvivenza si attua “sulla pelle dell’altro”: se io ho sviluppato tali capacità (grazie all’istruzione scolastica, all’educazione familiare o altro),sicuramente avrò più margine di te, che non hai tale capacità, per potermi far spazio, farmi notare ed essere notato ed avere quindi delle possibilità. Sopravvive chi è più creativo indipendentemente da chi si ha di fronte.
Una sopravvivenza che fa morire l’umanità dell’essere umano.
Personalmente, vorrei meno “creativi society addicted” e più esseri umani, meno idee geniali e più capacità comunicative e relazionali per poter incontrare e conoscere chi ci sta accanto. Meno successo, meno soldi, meno pensiero creativo orientato e più pensiero creativo libero che ci faccia tornare ad essere persone umane.
Domandiamoci se poi dopo che abbiamo avuto il nostro posticino privilegiato ed ambito nella società, a scapito della nostra personalità, delle nostre attitudini e sopratutto degli altri,ci sentiamo felici. O meglio, se siamo felici davvero.
Siamo riusciti a manipolare ed indirizzare anche una libera facoltà dell’intelletto.
Intendiamoci bene, la mia è solo una provocazione per una riflessione…